Caso Desirée, la relazione del Gip dopo gli interrogatori: sono stati impediti i soccorsi alla ragazza, i responsabili hanno agito senza remore con crudeltà e disinvoltura.
ROMA – Si sono conclusi i primi interrogatori ai tre sospettati fermati dalle forze dell’ordine per la morte di Desirée, la ragazza di sedici anni trovata senza vita in un casolare occupato a San Lorenzo, a Roma. Gli inquirenti indagano per omicidio, cessione di stupefacenti e violenza di gruppo.
Caso Desirée, la relazione del Gip: i responsabili hanno agito con crudeltà e disinvoltura
Per i tre sospettati è stato confermato lo stato di fermo , con il Gip che ha parlato nella sua relazione di persone che hanno agito “con crudeltà e disinvoltura“. Sempre stando alla relazione, i tre mostrerebbero una “elevatissima pericolosità” e avrebbero agito senza scrupoli e senza remore contro la sedicenne. Inoltre, stando a quanto scritto dal Gip Maria Paola Tomaselli, i responsabili dell’omicidio avrebbero impedito di chiamare i soccorsi probabilmente nell’ormai disperato tentativo di evitare il carcere per quanto fatto ai danni della ragazza.
Una testimonianza: “Meglio che muore lei che noi in carcere”
L’ordinanza del Gip presenta anche una frase riportata da un testimone, secondo cui uno dei responsabili avrebbe detto “Meglio che muore lei che noi in carcere“, un’esternazione che confermerebbe il profilo tracciato dal Gip di persone senza scrupoli nonostante fossero consapevoli della situazione.
Omicidio Desirée, le indagini degli inquirenti
Due delle tre persone interrogate nella giornata di sabato (28 ottobre ndr) si sono avvalse della facoltà di non rispondere, mentre un terzo ha negato di aver partecipato alla violenza ai danni della ragazza.
Intanto proseguono le indagini degli inquirenti che hanno ascoltato altre persone che potrebbero aver assistito alla scena. Gli investigatori dovranno chiarire le responsabilità delle tre persone ascoltate dal Gip e dovranno fare luce anche sulla posizione del quarto sospettato fermato a Foggia